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[Titre de mon intervention] 
« La quatrième branche : l’exercice des métiers de la traduction »
[Début du résumé]
La page Web de présentation du 1er Congrès Mondial de Traductologie, qui se tiendra à l’Université de Paris Ouest-Nanterre-La Défense du 10 au 14 avril 2017, met en exergue le logo de la Société Française de Traductologie, dont la signature est la suivante :
« La science traductologique et ses trois branches : histoire, théorie et pratique de la traduction. » 
Or à l’heure d’Internet, il en manque une quatrième : celle de l’exercice des métiers de la traduction, profondément impactés par la révolution numérique en cours et à venir...

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Sto preparando una giornata di formazione organizzata dall'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, Sezione Veneto - Trentino - Alto Adige, che si svolgerà a Mestre (Venezia) l'11 giugno 2011: Marketing & Branding per Traduttori e Interpreti (Imprenditori di se stessi). Presto metterò online due o tre slide delle 100 che serviranno di supporto alla formazione.

Una seconda sessione di formazione sarà destinata ad alcune società che fanno parte di Unilingue, il 29 giugno p.v. a Milano, dalle 13.30 alle 17.30:


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[Aggiornamento - 12 giugno 2011] Ebbene, sono tornato ieri sera da Mestre, dove si è svolto il seminario su Marketing & Branding per Traduttori e Interpreti con lo scopo di dare spunti su come realizzare un piano di marketing da attuare nella vita professionale:

Marketing & Branding per Traduttori e Interpreti

La formazione si è articolata su 2 poli di conoscenza (io & il mercato) e 2 livelli di azione (io & il mercato):

Marketing & Branding per Traduttori e Interpreti

E cioè imparare a conoscere sia me stesso a livello professionale che il mercato della traduzione in generale e il mio mercato di riferimento in particolare (1 traduttore/interprete = 1 mercato), per poter intervenire sia su me stesso con il personal/professional branding, che sul mercato in generale e sul mio mercato di riferimento in particolare via il marketing, seguendo una linea direttrice composta da 100 diapositive:

Marketing & Branding per Traduttori e Interpreti
Dalle reazioni dei partecipanti a fine giornata, mi è sembrato che sia andato tutto bene e che la formazione sia stata gradita. Ma in ogni caso i commenti sono aperti a tutt* per esprimere consigli, apprezzamenti e critiche, l'importante è che si tratti di osservazioni costruttive per migliorare il corso in prospettiva di edizioni future. Per lo meno lo spero :-)



9 commentaires:

  1. [Premessa: continuerò a darti del tu, è il privilegio di chi è pressoché tua coetanea]. Confermo, per quanto mi riguarda, la mia piena soddisfazione: ci hai messo a disposizione, in questa intensa giornata di lavoro, una quantità impressionante di dati che dovremo ora studiare a fondo, sono quindi sicura che ci sarà un seguito di domande e scambi! Sto riflettendo un po' a diverse cose già da ieri, tra l'altro sulla "specializzazione". Personalmente, anche dopo 26 anni di partita IVA, non mi sento di presentarmi come "traduttrice specializzata in". Tanto per cominciare, posso chiederti quindi cosa pensi di questa riflessione? http://translationjournal.net/journal/56specialist.htm

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  2. Agnès, [Premessa: ci diamo del tu da anni, ci mancherebbe che ora tu mi dessi del lei :-)]

    Molto interessante quell'articolo! Eccellente spunto di riflessione. Però secondo me bisogna esaminare la cosa da un punto di vista più pragmatico.

    Mettiamo il caso di qualcuno che fa il ns. mestiere e che non è contento di quanto guadagna a fine mese. Per guadagnare di più ha due possibilità:

    1. farsi pagare sempre alla stessa tariffa e produrre di più
    2. produrre in media sempre la stessa quantità e farsi pagare di più

    Il primo punto può significare che uno non allarga i suoi campi di "specializzazione", ma che però è in grado di tradurre più pagine sempre con i stessi argomenti. Si può anche pensare di tradurre sempre le stesse cose facendosi pagare di più, ma questo aspetto cozza spesso con la "domanda del mercato".

    E' un po' l'approccio del marketing orientato all'offerta: io offro questo tipo di servizio, prendere o lasciare. E spesso, purtroppo, il mercato "lascia"...

    Invece il secondo punto implica un rovesciamento dell'ottica, e cioè un'approccio marketing orientato alla domanda, e nel nostro caso alla "domanda" capace di generare un flusso di denaro maggiore per il ns. fatturato.

    Da ciò nasce la necessità di "specializzarsi" in qualcosa, e se possibile in qualcosa di remunerativo. Dopo tutto i campi veramente remunerativi in traduzione non sono poi così tanto: finanza, diritto, medicina, industria petrolchimica, ...

    Un altro orientamento può essere le lingue meno praticate dai traduttori, a cominciare dal cinese...

    Nell'assoluto, questa via della "specializzazione" è da consigliare a chi arriva sul mercato, ai giovani traduttori che si affacciano al ns. mestiere.

    Però se stiamo parlando di traduttori stagionati come noi che vogliono ampliare i propri orizzonti per avere più possibilità di incrementare il proprio fatturato, è probabile che ci dovremo limitare a specializzarci in un campo specifico.

    Quindi a questo punto si tratta di individuare qual è il campo potenzialmente più richiesto per mancanza di traduttori specializzati (vedi settori di cui sopra), e di capire se e in quale misura sono o sarò capace di farlo.

    Ecco una prima riflessione, per adesso :-)

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  3. Elena mi ha scritto un messaggio, che cito con il suo consenso:

    «Buongiorno,
    Sono stata alla giornata di formazione, a Venezia, e volevo riferirle le mie impressioni.
    L'ho trovata molto utile, a tratti difficoltosa da seguire (per me, marziana del marketing e di molti servizi del web come piattaforme o CAT), ma davvero stimolante per trovare un nuovo modo per relazionarsi e proporsi ai clienti in modo più performante.
    Credo che cambierà sicuramente il mio modo di lavorare, d'ora in poi, e che proverò (con molta pazienza e lentezza, viste le mie capacità nell'ambito) a mettere in pratica i suoi suggerimenti.
    Mi è rimasto un solo grande punto interrogativo: non l'ho sentita mai, durante la giornata, parlare della traduzione per l'editoria (intendo la traduzione letteraria). E' davvero un campo da dimenticare, secondo lei?

    Vorrei avere il suo punto di vista sull'argomento, perché mi interessa molto.
    Io per esempio sono un'interprete laureata alla SSLMIT di Trieste, vecchio ordinamento.
    Ho fatto la tesi di laurea in traduzione letteraria (ho tradotto "Une Saison en Enfer" di A. Rimbaud e elaborato un commento alla traduzione) ho dato tutti gli esami di letteratura francese possibili, e anche quelli di letteratura spagnola, a Trieste e anche a Ca' Foscari, recentemente.... insomma: credo di poter avere buone potenzialità in questo ambito. Eppure non riesco nemmeno a sottoporre la traduzione che è stata oggetto della mia tesi.
    Ho la netta sensazione di relazionarmi in modo sbagliato con le case editrici, ma sono in un'impasse dalla quale non riesco a uscire.»

    Un messaggio che mi ha un po' spiazzato, non perché credo che "la traduzione letteraria sia un campo da dimenticare", ma perché ho realizzato che avevo totalmente fatto l'impasse sull'argomento!

    Così ho chiesto il parere dei ns. colleghi su Langit e su Proz, per sapere quali sono i loro consigli su "traduzione tecnica vs. traduzione letteraria".

    Le vediamo in un secondo commento, perché Blogger non autorizza più di 4096 caratteri.

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  4. Su Langit, Flavia mi ha consigliato di consultare Biblit.it:

    TRADUTTORI SI DIVENTA

    Consigli per chi desidera intraprendere la professione di traduttore letterario

    Qui di seguito sono riuniti alcuni consigli offerti dagli iscritti a Biblit, cui va un ringraziamento speciale. È bene sottolineare che non esiste una regola aurea: quello che ha avuto successo in un caso potrebbe non avere la stessa riuscita in un altro. Si tratta comunque di spunti interessanti, nati dall'esperienza di traduttori di diversa formazione e specializzazione.

    Per altre indicazioni utili:

    Agenda (corsi di traduzione, collegi dei traduttori letterari in Europa)
    Bacheca Legale (leggi e normativa fiscale, piccola raccolta di contratti reali)
    Case editrici italiane su Internet
    Come scrivere un CV in inglese
    Come scrivere un CV in italiano
    Edicola (saggi sulla traduzione, interviste a traduttori professionisti)
    Inchiesta Biblit sulle tariffe editoriali (tariffe editoria, stampa, audiovisivi per varie combinazioni linguistiche)
    Il Tariffometro (tariffe per traduzioni editoriali e tecniche)

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  5. Una indicazione ripresa e arricchita da Elisa su ProZ:

    «Chi vuole conoscere questo settore può documentarsi sul sito di Biblit e del sindacato dei traduttori editoriali. Troverà anche le segnalazioni di specifici seminari formativi (tanto per parlare della prossima occasione in calendario: tutti gli anni a fine settembre a Urbino si tengono le giornate della traduzione letteraria, a cura della traduttrice Ilide Carmignani, dove vengono trattati vari argomenti di interesse dei traduttori letterari).»

    Precisa anche: «Il mondo della traduzione editoriale è un mondo a sé, con le sue regole e caratteristiche. Le modalità per entrarvi, presentarsi e, soprattutto, destreggiarsi per non soccombere umanamente ed economicamente, sono diverse da quelle che valgono in altri settori. A molti sfugge un fatto importante: l'editoria è un cruciale settore economico (oltre che - e in alcuni casi prima che - culturale) strutturato in modo diverso da altri. Si tende troppo spesso a parlare di "traduzione" in generale senza distinguere tra i diversi campi. Perciò non solo una persona che non conosce l'ambiente non può dare consigli sul "marketing" in questo settore ma aquando si fanno i seminari sul tema (per esempio Marina Rullo di Biblit e la sezione traduttori dell'SNS lo fanno, sia per alcune scuole sia in concomitanza con le fiere editoriali) si deve mettere in conto un intervento di diverse ore solo per dare un quadro d'insieme.»

    Un concetto ribadito da Ivan (dinamiche diverse) e da GianFranco (due mestieri diversi).

    Per quanto mi riguarda, penso che la percentuale dei traduttori che vivono al 100% della traduzione letteraria sia veramente minima, e credo anche che chi pubblica già nella propria lingua ha magari più possibilità di vivere di questo lavoro rispetto a chi non ha mai pubblicato niente.
    Ciò non toglie che ci possono essere delle costanti - diciamo motivazionali -, tra chi è veramente convinto che questo deve essere, e sarà, il suo mestiere, indipendentemente che si tratti di traduzione letteraria o tecnica, salvo poi scontrarsi con la rude realtà del mercato e decidere di fare anche altro per sbarcare il lunario.

    Jean-Marie

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  6. Buongiorno, vorrei anch'io lasciare un commento sul seminario di Marketing per Traduttori che si è svolto sabato scorso a Mestre.

    Vorrei ringraziare Jean-Marie, per essere stato un relatore molto chiaro e aver dato interessanti spunti di riflessione, soprattutto a chi, come me, ha sempre, imprudentemente, trascurato l'aspetto legato al marketing della nostra professione e ora sta cercando, con fatica, di rimediare.

    Ho trovato particolarmente utile l'invito a riflettere sui propri punti di forza e debolezza attraverso un'analisi obiettiva: è davvero un aspetto spesso trascurato ma imprescindibile per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

    Personalmente, ho capito che sarà necessario operare un update alla versione 2.0 della mia mentalità imprenditoriale. Ci vorrà del tempo, ma questo seminario ha sicuramente gettato i semi "giusti".

    Un ringraziamento anche a tutti i colleghi presenti: il confronto di esperienze è sempre fondamentale per una crescita personale e professionale.

    Alla prossima

    Francesca Rosolen

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  7. Il seminario tenutosi lo scorso 12 giugno è stato particolarmente stimolante. Mi complimento con Jean Marie per la quantità e la ricchezza del materiale presentato. Rivolgo anche un sentito ringraziamento per la sua generosità nel renderci disponibile l’intera presentazione per successivo studio e approfondimento.
    Svolgo l’attività di traduttrice da 13 anni. Sin dall’inizio la mia specializzazione ha riguardato il settore economico-finanziario e giuridico. Fino ad oggi non ho mai intrapreso azioni di marketing mirate; tuttavia in tempi recenti ho percepito anche nel nostro settore un’inversione di tendenza, con l’arrivo di una concorrenza agguerrita e “industrializzata” (spesso sul prezzo ma non sulla qualità).
    Credo che un problema molto diffuso sia quello di fare emergere la qualità del nostro lavoro, ovvero la percezione di tale qualità da parte del cliente (diapositiva 27: secondo criterio dopo il prezzo). Fare comprendere ai clienti che una cattiva traduzione (dalla lettera commerciale al bilancio, dal documento interno per diffusione dalla casa madre alle controllate al manuale tecnico e dalla campagna stampa al sito web) può influenzare negativamente la sua immagine (e potenzialmente il suo volume d’affari). In alcuni casi addirittura la percezione della sua serietà come operatore. Inoltre, ritengo che questo problema esista in modo particolare in Italia: è sufficiente visitare, per esempio, il sito tradotto in lingua inglese di una qualunque società tedesca per capire come il cliente tedesco sia sensibile alla qualità della traduzione.
    In un futuro seminario sarebbe interessante dedicare uno spazio anche a questo tema e agli eventuali strumenti da adottare per il marketing della qualità. Tessa Cottell

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  8. Tessa: "marketing della qualità" in traduzione! Molto interessante come pista di riflessione, anche se credo che nel binomio "marketing della qualità" è la qualità stessa che fa il proprio marketing (in positivo o in negativo a secondo della qualità più o meno buona), inoltre sappiamo bene tutti che il concetto di qualità può essere estremamente soggettivo.
    A questo proposito si possono approfondire le diapositive 84 & 85 e scaricare il documento di cui ho dato il link (nota slide 84), ma concordo, è un vasto argomento sul quale non si insiste mai abbastanza.
    Approfitto dell'occasione per ringraziare chi commenta - o lo farà -, arricchisce la conversazione e dà più spessore al contenuto!

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  9. Aggiungo con il suo consenso il commento di Paola, che mi è arrivato via mail:

    «"Salve a tutti. Poiché il mio motto nella vita è: "tardi ma arrivo, sempre", che non è la mia tagline!, vorrei partecipare a questa interessante condivisione con un commento che riguarda un tema molto meno "lirico" del marketing e cioè il fatturato. Mentre Jean-Marie parlava sabato scorso, così, senza accorgermene, segnavo cosa avevo fatto di buono secondo le sue linee guida e cosa no. Risultato? Un'impostazione di lavoro buona sin dagli inizi nel 1998 - sfruttare sempre tempi morti per fare marketing, fare buoni preventivi tempi-costi, essere convinti e perserveranti riguardo al proprio mestiere, misurare le prestazioni - sono una campionessa di conti su produttività e fatturato -, applicazione di tariffe sempre medie ma mai basse, anche perché lavoro con agenzie, visibilità, ecc. ecc. -, ma... ma perché ciò non si è mai tradotto in numeri? Perché faccio sempre resistenza al meraviglioso mondo dell'informatica, ma poi mi ci butto sempre? Perché lavoro prevalentemente per agenzie? Mmmmm, magari questo c'entra, ma pochino. Qualcuno dice che una soglia ragionevole di riferimento per noi traduttori sia attorno ai 40 000/50 000 euro di fatturato, che personalmente non ho mai raggiunto e una volta, su langit, ho spiegato perché secondo me (sostanzialmente: figli piccoli da seguire e tirare su e un'insana passione per fare cose altre dal lavoro, con conseguente discontinuità nella politica di marketing). Ora però mi sarei anche stufata... perché sono passati 13 anni, i figli sono cresciuti e io desidero proprio vedere un risultato numericamente più concreto nel mio lavoro. Per questo il tuffo nel marketing con Jean-Marie mi ha confermato diverse cose fatte benino ma soprattutto mi ha confermato che non bisogna mai mollare ed essere sempre pronti a cambiare, aggiornarsi e mettersi in discussione. Gambe in spalla e buon lavoro a tutti.

    A proposito, la mia tagline è: Qualità e professionalità al servizio della comunicazione.

    A proposito, a breve aggiornerò il mio immobilissimo sito web.

    Cari saluti e grazie ancora.»

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